Dipendenti WCS abbandonati dalla FIM e dalla FIOM di Brindisi

E’ facile per alcuni professare l’ attività sindacale quando le cose vanno bene, ma il “Sindacalista” si vede quando ci sono dei problemi, quando la gravità delle situazioni ti fa star sveglio la notte perché rischi una cntestazione anche quando non ne hai colpa o addirittura quando rischi di perdere il posto di lavoro.
E’ quello che è successo a noi dipendenti della WCS.
La nostra azienda ha perso l’appalto presso la Centrale Enel di Cerano, di conseguenza la società che se l’è aggiudicato non sembrava molto propensa ad assorbire le maestranze anzi ci ha indotto a scioperare per oltre 20 giorni, con 4 giorni di blocco totale dei cancelli di tutta la centrale con l’unica solidarietà dei colleghi di tutte le aziende in appalto, che non smetteremo mai di ringraziare e della sola Uilm con Noi.
Durante quest’arco temporale di sono succedute diverse riunioni per cercare di trovare delle soluzioni che consentissero a noi dipendenti di non perdere il posto di lavoro, ed io ero presente a tutte.
Durante le interminabili riunioni durate ore intere sia presso la prefettura di Brindisi che in confindustria le segreterie della Fim e della Fiom, sommando tutte le loro dichiarazioni se hanno parlato per 15 minuti forse è troppo, mentre la trattativa veniva condotta dalla sola Uilm.
Il culmine lo si è raggiunto quando i signori segretari, di cui quello della Fim è semplicemente un componente di segreteria hanno sottoscritto l’accordo in prefettura non tenendo conto del volere dei dipendenti, ad esimersi dalla firma è stata la sola Uilm in quanto su quell’accordo non veniva garantita la nostra permanenza nel cantiere di Cerano, ma l’azienda avrebbe potuto sbatterci in qualsiasi cantiere, Noi qundi perché abbiamo perso oltre 20 giorni di stipendio? perchè la Fiom firma un accordo che denigra un altro accordo fatto in precedenza dalla sua stessa Cgil che ci tutelava?
Attenti cari colleghi quando scegliete il sindacato perché quando ci saranno problemi non tutti sanno svolgere il mestiere per cui noi paghiamo la tessera.
Giovanni Alfarano